Qui pianeta Terra: alleanza o distruzione?

Riccardo Tavani

This changes everything (Questo cambia tutto) è il film scritto e narrato da Naomi Klein, sulla scorta dell’omonimo libro, e diretto da suo marito, il regista Awi Lewis. È come fosse uno specchio grande quanto il pianeta Terra, messo davanti all’umanità. In tale specchio si riflette l’immane, vorace distruzione verso cui sta procedendo inesorabilmente, e a passi da gigante, il fine dell’interesse privato, del profitto, perseguito oltre ogni costo dal capitalismo. Capitalismo contro clima – dice chiaramente la Klein. Ognuno di noi dovrebbe porsi di fronte a questo film, con lo sguardo della propria coscienza, per guardare il tutto, il mondo, la Terra che noi siamo, e che dunque anche dentro di noi.

La celebre giornalista, attivista, ambientalista, autrice del best seller No Logo ci mostra quattro situazioni planetarie, in cui entrano in gioco dimensioni spaventose della distruzione in atto. Il primo immane scempio è in corso nel suo Canada, con lo sconvolgimento di un territorio finora vergine, intatto per l’estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose. 140 mila chilometri quadrati in Alberta, attorno e lungo le sponde del fiume Athabasca, dove si vuole letteralmente rivoltare una porzione di pianeta, per estrarre 175 miliardi di barili del petrolio più sporco del mondo, quello contenuto nelle sabbie bituminose. Un territorio legalmente appartenente agli Indiani Cree, i cui diritti sono stati brutalmente spazzati via da governo e aziende sfruttatrici, con la potenza brutale dei loro mezzi e ricchezze. Questo dice anche molto sul reale proposito – sbandierato al Cop21 di Parigi – di ridurre l’uso dei fossili per la produzione energetica e industriale.

Come in vero film narrativo che si rispetti, la Klein dà la parola anche ai suoi antagonisti. Anzi, la dà ai più ricchi, potenti e accaniti negazionisti nel mondo della questione climatica e ambientale. Sono Cato, l’American Enterprise Institute e l’Heartland Institute, think tank, pensatoi, finanziati dalle più soverchianti lobbies economiche americane per confutare ogni seria e allarmata ricerca scientifica e propagandare la libertà d’impresa nello sfruttamento ambientale. E vediamo lo stesso Obama vantarsi di essere il presidente sotto cui si sono scavati più pozzi di petrolio nella storia

Si passa poi all’India, dove il governo ha spalancato porte e facilitazioni di ogni tipo a investitori esteri di ogni tipo per la costruzione di circa 800 centrali elettriche a carbone, con la desertificazione di ambienti naturali, fiumi, coste e attività umane collegate. In india si è sviluppato, però, un forte movimento di opposizione dal basso che ha già conseguito importanti vittorie, anche a prezzo di una brutale repressione poliziesca. Arriviamo poi ai paesaggi delle grandi e popolose aree urbane cinesi, ormai completamente immerse in una letale, irrespirabile lattiggine gassosa che sta facendo impennare le emergenze sanitarie e crescere i movimenti ambientalisti in tutta l’immenso paese. La Cina si rende ormai conto che non può più crescere a questo alto costo umano e sta cercando di trovare delle vie d’uscita soprattutto con la tecnologia applicata alle fonti energetiche alternative.

Anche in Grecia lo spolpamento ambientale procede di pari passo con quello economico del paese. Un vasto piano di sventramento minerario distruggerebbe, immiserirebbe, svenderebbe intere, pregiate aree paesaggistiche alla speculazione più selvaggia.

Quello che Naomi Klein vuole mostrare con questo film è che la lotta delle popolazioni per fermare questa folle, criminale distruzione del pianeta squarcia anche una possibilità nuova. Ossia opposizione alla distruzione non per mantenere meramente l’esistente, ma per capovolgere interamente la concezione che l’umanità ha avuto fin qui di violenta sottomissione e sfruttamento intensivo della natura ai propri fini.

Un film quanto mai attuale, dal forte impatto fotografico, cinematografico, e quanto mai attuale, perché ci permette immediatamente di capire la distanza tra quanto è stato deciso in questi giorni al vertice sul clima di Parigi e il nuovo paradigma, l’inedita alleanza che dobbiamo stabilire con il pianeta Terra che noi, anche al nostro interno, siamo.

Trailer

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