dal nostro inviato Riccardo Tavani

 

Sabato, 21 nov. In questo secondo giorno del suo Film Fest, Torino si sveglia sotto un bel solo che spazza via il grigio e le brume dei giorni precedenti. Lo aiuta una lieve brezza di tramontana che viene giù dalle Alpi e stira nel cielo sottilisimi veli di nubi bianche. Mentre pedalo con la mia bici gialla per i lunghi viali alberati, gialle foglie cadono copiose dai rami, mulinando appena nella brezza. Odore e spettacolo d’autunno come in poche altre città italiane. Già questo scenario è un grande trasparente schermo su cui Torino proietta la festa mobile del suo quotidiano racconto cinematografico.

 

Le 12 sale dei Cinema Massimo, Classico, Reposi e Lux, sono affollate fin dalle prime proiezioni alle ore 9 del mattino. È sabato, si lavora o si studia di meno e Torino tributa in massa l’omaggio al suo Festival. Così sarà anche domani, domenica. Le file ai botteghini continuano interrotte fino a sera tardi, per comprare anche i biglietti della prossima settimana. Scegliere tra duecento titoli, tra i diversi giorni e sale non è davvero impresa semplice. Le ragazze e i ragazzi che animano il brusio dei capannelli, delle code, dell’accedere, dello sciamare da una sala all’altra regalano davvero un tono dinamico diverso a questa rassegna. Oggi a Torino è stato anche il giorno di Juventus-Milan allo Stadio delle Alpi e del concerto di Madonna al Palalpitour, super blindato e sorvegliato da steward, vigilanza privata, carabinieri, ps, guardia di finanza, vigili del fuoco.

 

Sbalorditivo vedere come i giovani affollassero, nelle stesse ore di quei due mega eventi, anche le proiezioni della sezione TffDoc, quella dei documentari, patrocinata da Persol, lo stesso sponsor del nostro Cinema Farnese. Due sono stati i film più seguiti di questa sezione, entrambi con la sala strapiena e il successivo incontro/dibattito con gli autori. Il primo è stato A sud di Pavese di Matteo Bellizzi, il secondo Où est là guerre (Dove è la guerra) di Carmit Harash. Il primo prosegue un cammino di quindici dell’autore sulle orme di Cesare Pavese, dalle Langhe a Brancaleone, in Calabria, dove lo scrittore è stato posto al confino dal regime fascista. In molti scritti di Pavese emerge il suo viscerale disprezzo per le donne ma per un singolare contrappasso – come ho fatto notare nel dibattito con l’autore – in questo film a condurre il filo della memoria e della testimonianza odierna dei luoghi di Pavese sono – sia a nord che a sud – proprio le donne.

 

In Dove è la guerra, l’autrice oggi parigina ma di nascita israeliana, gira con il suo telefonino per i luoghi meno patinati della città. Questo ben prima della strage di Charlie Hebdo. La sua sensibilità sviluppata a Gerusalemme e Telaviv ad avvertire, sotto la superficie meno appariscente della quotidianità, le tensioni che crescono, la conducono a esplorare visivamente e acusticamente Parigi con una estetica e tecnica sporche, mosse, sfocate, con voci e rumori di fondo fuori campo, che sono la forma più adeguata al contenuto della sua indagine visiva sulla guerra che cresce sotto la pelle, i volti, i luoghi della capitale francese.

 

La proiezione più seguita del mattino, alle 10.45, è stata indubbiamente quella di Shinjuku Swan (Il cigno di Shinjuku), del giapponese Sion Sono. Un ritorno di questo regista a Torino, con un caleidoscopico, delirante, romantico pastiche cinematografico, che descrive e mescola il brulicare in questa Gomorra nipponica di prostituzione, droga, lotta tra bande, commedia e tragedia, sentimenti luridi ed elegiaci, intessuti sullo sfondo della figura occidentale del Piccolo Principe.

 

Strapiena alle 14.30, fino a rimandare indietro un centinaio di spettatori, la sala 3 del Cinema Reposi, con Suffraggette, opera che ha inaugurato ufficialmente ieri al Lingotto il 33 Tff, di cui abbiamo già parlato. Uno dei film più seguiti la sera è stato Tangerine, dello statunitense Sean Baker. Comme-Dramma di una una vigilia di Natale nel caldo californiano di travestiti innamorati, gelosi e isterici, prostitute, giovani pappa, tassisti armeni in fuga dalla cena e dalla tradizione familiare, alla ricerca di sesso trasversale.

 

Domani, domenica una nuova cronaca dal cuore del 33 Tff al Cinema Farnese Persol nel cuore di Roma, l’unica sala con un suo inviato a questo Festival.